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Il Comune di Bleggio Superiore si trova in un territorio che conta numerosi antichi borghi contadini.

Rango domina dall’alto l’intera valle ed è uno dei migliori esempi di antico borgo contadino; con i suoi volti e case in pietra e legno rientra infatti a pieno titolo tra i “Borghi più belli d’Italia”. Da qui passava l’antica strada romana che collegava Riva del Garda con il Passo Durone: si tratta di uno dei più antichi e suggestivi percorsi del Bleggio, delimitato da muri a secco e ombreggiato da vecchi noci.

Balbido, paese dipinto, un altro monumento alla storia e alla tradizione della gente del posto, è una galleria d’arte a cielo aperto. Il borgo, affrescato in tempi recenti con vivaci dipinti naif, fa parte del circuito dei Paesi Dipinti. Un libro aperto sulla vita dei paesani, da sfogliare vicolo dopo vicolo: i  murales colorano l’ambiente e raccontano momenti di vita contadina, antiche leggende e vecchi mestieri.

I paesi di Cavaione, Marazzone, Larido e Bivedo mantengono l’antica suddivisione di origine medievale-longobarda in rioni, le cosiddette quadre. Ancora oggi, infatti, l’insieme delle quattro frazioni forma La Quadra, a testimonianza di come le influenze storiche rimangano ancorate nel territorio e nella vita di tutti i giorni.

Il Bleggio superiore, con il vecchio Comune di Bleggio inferiore, costituiva un’unica pieve il cui centro era il santuario diocesano di Santa Croce. Visibile da tutta la valle, perché posto con la sua mole maestosa sul ciglio di un terrazzo, è una delle sette pievi del Trentino sud-occidentale e uno dei santuari più importanti del Trentino Alto Adige. Dedicata ai santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio, porta oggi il nome del sacro legno qui portato nel 1624 dal monte San Martino, dove fu assemblata da un fedele per grazia ricevuta e dove torna trasportata in processione per scongiurare eventi minacciosi o in occasione degli anni giubilari. Protagonista di leggende e oggetto di culto, la croce lignea conservata nella chiesa ha dal 1863 un alto monumento esterno, eretto in granito. A ricordo della croce taumaturgica, è stato eretto un altro monumento in località La Guarda sul monte San Martino, sua medievale sede e nella quale, si narra, la croce miracolosamente ritornava dopo essere stata trasferita più volte nella chiesa parrocchiale. La chiesa di S. Croce è a navata unica, con 6 cappelle laterali e una sotterranea che introduce all’antica cripta romanica. Nominata a partire dal 1153, la cripta è uno dei pochissimi esempi rimasti in Trentino di ambiente tipico delle chiese romaniche. Sono stati recuperati affreschi del XI secolo raffiguranti santi in preghiera, angeli coronati reggenti globi e croci e resti archeologici di età longobarda-carolingia del IX secolo. All’esterno, la chiesa presenta una facciata di gusto classico dove spicca il portale rinascimentale. Della fabbrica quattrocentesca rimangono le due porte laterali ad architrave e lunetta sovrapposta, tipiche dell’epoca.

La zona è ricca di sentieri di montagna,  di flora, di fauna e di antiche leggende. Come quella legata alla località Le Cross, ai piedi della Cima Sèra, all’inizio della Val Marcia, dove la campagna cede il passo al bosco. Qui, nel 1656, vennero erette cinque croci disposte “a forma di croce”. Originariamente erano in legno e fungevano da talismano per tener lontane le strie – streghe – e la tompesta – grandine – che abitavano la Val Marcia ed erano ritenute responsabili delle calamità naturali che spesso si abbattevano sulla zona. Questa valle impervia, ma affascinante, è anche ricca di storia: proseguendo lungo i sentieri della Val Marcia, si può raggiungere la Bocca dell’Ussol dove, ancora oggi, rimangono indelebili i segni della guerra combattuta sulle montagne, vale a dire i resti delle trincee occupate dai soldati durante la Prima Guerra Mondiale.

Dalla Malga Stabio, zona d’alpeggio,  si scorgono le cime del Carè Alto, della Presanella e della Cima Sèra. La malga è raggiungibile attraverso un facile sentiero adibito a percorso didattico partendo dal Passo Durone.

In tutto il territorio si possono ancora scorgere i segni della viabilità di un tempo: le filagne - lastre di granito disposte verticalmente a formare dei muretti – che servivano un tempo a delimitare le strade e i sentieri.

A caratterizzare il paesaggio ci sono anche le coltivazioni delle noci  del Bleggio, che  si distinguono per il gusto gradevole, il guscio sottile,  le dimensioni ridotte e  l’insolita forma allungata. La raccolta comincia nella seconda metà di settembre e si esegue ancora a mano.  Le noci vengono utilizzate anche produrre il nocino, liquore prodotto artigianalmente, e qualche salume. Per  questo prodotto, dichiarato presidio Slow Food, c’è  una festa, “La Festa della Noce”, che si tiene tutti gli anni a novembre nel borgo di Cavrasto.

Altra ricorrenza annuale sono i mercatini di Natale di Rango,  con la vendita di specialità enogastronomiche e di artigianato locale nei volti  delle vecchie case contadine.

C’è anche un’altra storia giudicariese importante da raccontare, una storia di povertà, solidarietà e cooperazione: quella di don Lorenzo Guetti, fondatore della cooperazione trentina. Nato nel 1847 a Vigo Lomaso e diventato prete della Quadra, fu  un parroco particolarmente legato alla terra contadina, che fece sue nel profondo le problematiche e le miserie della gente. Pose le basi per un’unione degli sfruttati e per la  solidarietà tra le comunità rurali, fondando le prime cooperative di consumo e di credito,  un sistema di distribuzione delle merci e del denaro per l’epoca assolutamente rivoluzionario, destinato a trasformare il volto socio-economico provinciale. A Villa di Santa Croce venne aperta nel 1890 la prima Società di smercio e consumo, capostipite di quella che poi sarebbe diventata una catena di rivendite chiamate Famiglia Cooperativa. Nel 1892, nella canonica di Larido, venne invece inaugurata la prima Cassa Rurale  per proteggere i contadini  dagli usurai. Proprio a Larido, la Casa della cooperazione trentina dedica una mostra alla figura di don Lorenzo Guetti e alla storia del movimento cooperativistico, con  materiale storico, cartelloni espositivi e documenti autentici  di don Guetti.

 

 

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